Intervista a Salvatore Cascino, Head of Testing di Seminis - Vegetables by Bayer
Il processo di creazione e sviluppo delle varietà orticole è un lungo percorso, fatto di ore e ore di prove in serra e in campo, raccolta dati e complesse analisi, ma è anche un viaggio affascinante, che coinvolge diverse figure professionali, che lavorano con passione per identificare varietà sempre più produttive e facili da coltivare e portare sulle nostre tavole ortaggi gustosi e sani.
Da qualche anno, all’interno della sezione Ricerca e Sviluppo di Seminis, è stata creata la figura del Testing Research Associate, dedicata proprio all’esecuzione delle prove sperimentali sul campo e all’analisi dei dati, pratiche che sono diventate la base essenziale nell’indirizzare il lavoro dei genetisti e la scelta delle varietà più idonee a essere immesse sul mercato.
Abbiamo intervistato Salvatore Cascino, Head of Testing di Seminis – Vegetables by Bayer e gli abbiamo chiesto di raccontarci come si svolge il suo lavoro sul campo e come avviene la selezione varietale delle sementi.
Sei Head of Testing Italia per Seminis – Vegetables by Bayer: parlaci un po’ di che cosa ti occupi.
Come Head of Testing, gestisco e coordino un team formato da cinque figure professionali, chiamate Testing Research Associate (TRA), distribuite nelle cinque aree in cui è stata suddivisa l’Italia: Nord, Centro, Sud-Est, Sud-Ovest e Sicilia.
Ognuno di noi gestisce le attività di pianificazione ed esecuzione di prove sperimentali all’interno della propria area geografica di competenza, e in più è referente per una specie in particolare a livello nazionale.
Io mi occupo della Sicilia e sono responsabile per pomodoro da mensa, melanzana e melone Amarillo.
Il Testing Research Associate è una figura tecnica responsabile dell’organizzazione e della corretta esecuzione delle prove sperimentali in campo, con l’obiettivo di selezionare le migliori varietà, in grado di soddisfare le crescenti esigenze del mercato e dei consumatori. Il TRA garantisce un’accurata raccolta dei dati fenotipici i quali, successivamente elaborati e interpretati, costituiscono l’elemento centrale su cui vengono basate le decisioni di avanzamento dei nuovi prodotti sul mercato.
Come si svolge il processo di selezione di una varietà?
La selezione di una varietà attraversa diverse fasi e coinvolge più dipartimenti che, supportati da una solida base di dati fenoticipi e interagendo tra loro, valutano e scelgono gli ibridi migliori, idonei a soddisfare le esigenze del mercato e garantire un proficuo ritorno economico per l’azienda agricola.
Prima che una varietà venga immessa sul mercato, servono quattro fasi di selezione, per una durata complessiva di quattro anni.
Nella prima fase, chiamata PCM1, vengono testati per la prima volta ibridi provenienti dagli incroci effettuati dai breeder. Ogni anno testiamo centinaia di diversi ibridi per ogni crop, posizionando le prove nelle aree di riferimento e nelle epoche di trapianto più rappresentative.
Solitamente, questa prima fase interessa poche località per ogni segmento. Sono prove parcellari, che richiedono molto spazio e pianificazione.
Dal confronto con i testimoni di riferimento e sulla base dei dati fenotipici raccolti, selezioniamo solo quelli che risultano essere in linea con le richieste del mercato e avere dei vantaggi competitivi, rispetto ai testimoni.
L’anno successivo, nella seconda fase del processo (PCM2), le varietà precedentemente selezionate vengono testate in almeno 5/8 località e con diverse epoche di trapianto, per verificare l’adattabilità degli ibridi nei diversi areali di coltivazione. Su tutte le prove in essere vengono raccolti dei dati fenotipici qualitativi (stabiliti da protocolli), mentre su alcune di esse viene approfondita la raccolta dei dati quantitativi (produzione, Brix, shelf life, ecc.) al fine di incrementare i parametri su cui basare e giustificare il processo di avanzamento di nuovi ibridi.
Dall’analisi di questi dati, vengono scelte un paio di varietà per la fase successiva.
Le prime due fasi del processo di selezione, vedono maggiormente coinvolte la figura del genetista, in qualità di responsabile nel processo di avanzamento delle varietà, e quella del Testing, quale parte operativa che osserva ed effettua test sul campo.
Nella fase PCM3 si effettuano numerose prove di campo (serre), sempre in diversi areali e con differenti epoche di trapianto. Vengono utilizzante molte centinaia di piante per varietà, al fine di verificare l’adattabilità di ciascuna, individuare l’esatta finestra temporale in cui collocarla, studiarne i vantaggi competitivi rispetto alla concorrenza e capirne gli eventuali difetti. Anche sulle prove PCM3, normalmente, vengono raccolti dati qualitativi e quantitativi.
È in questa fase che iniziamo ad avere i primi feedback da parte degli agricoltori e a coinvolgere la figura dell’MD, che si affianca al TRA e al breeder nel valutare le performances delle varietà, studiarne le caratteristiche e i vantaggi: queste tre figure professionali, insieme, decideranno l’avanzamento alla fase PCM4, meglio definita come fase pre-commerciale, che precede l’immissione sul mercato ed è curata dall’MD.
Per capire come una varietà performa nei diversi ambienti, la raccolta e l’analisi dei dati è un aspetto fondamentale: quali sono i dati più importanti di cui tenere conto?
Come dicevo prima, la raccolta dati è alla base delle scelte di avanzamento, nonché del processo di sviluppo dei nuovi ibridi.
La mole di dati raccolti viene utilizzata per lo sviluppo di nuove linee parentali da cui prendono origine gli ibridi da testare. La raccolta dei dati inizia già nella prima fase di selezione e prosegue fino alla fase pre-commerciale.
I dati fenotipici vengono raccolti secondo dei protocolli stabiliti. Le caratteristiche prese in considerazione sono quelle qualitative, come colore e vigore, e quelle quantitative, come peso del frutto, produzione per pianta, grado Brix, ecc.
Mentre i caratteri quantitativi sono oggettivi e già misurati, ai caratteri qualitativi viene associato un valore, sulla base di protocolli di valutazione, al fine di renderli oggettivi e più facili da interpretare.
Per la raccolta ci si avvale di supporti informatici, che registrano i dati e ne consentono l’analisi e l’elaborazione in tempo reale.
Attualmente, sono in fase di sviluppo dei sistemi digitali di raccolta dati, volti ad agevolare e supportare le attività di testing, come ad esempio applicazioni per rilevare il colore dei frutti, e altro ancora.
Con la nascita della figura professionale del Testing Research Associate, la raccolta dei dati fenotipici è diventata la base essenziale, sia per indirizzare i programmi di breeding sia per decidere sull’avanzamento delle nuove varietà.
I test vengono eseguiti presso aziende agricole: quanto è importante il rapporto e il feedback degli agricoltori per il tuo lavoro?
Tutte le prove di cui abbiamo parlato, sono eseguite presso aziende agricole esterne, scelte, almeno per le fasi iniziali, sulla base di specifici requisiti specifici.
Ogni azienda deve essere rappresentativa per una determinata crop, sia per quanto riguarda la location, che per le condizioni di coltivazione. Inoltre, effettuiamo le nostre prove presso agricoltori leader che possono aiutarci nel processo di selezione attraverso i loro feedback, mettendo a nostra disposizione la loro esperienza, sia agronomica che di mercato.
Questo rappresenta per noi un enorme vantaggio competitivo, poiché indirizza le nostre scelte e ci aiuta ad anticipare il mercato.
Quali sono i bisogni più urgenti che attualmente riscontri parlando con chi coltiva pomodoro?
Oggi il problema principale per i produttori di pomodoro da mensa è sicuramente il ToBRFV, un virus arrivato in Italia qualche anno fa e notevolmente dannoso per le coltivazioni in serra.
Questo virus ha creato non poche difficoltà anche a noi che, per continuare a lavorare, abbiamo dovuto adeguarci velocemente alle condizioni imposte dagli agricoltori.
Alcuni ci consentono l’ingresso in azienda e l’esecuzione delle prove previa adozione di tutte le misure di profilassi per evitare l’introduzione e la diffusione del virus, ivi compresa una certificazione che attesti l’assenza di ToBFRV nel materiale di propagazione. Ovviamente, tutto ciò, ha comportato una maggiore complessità nelle procedure interne, tempi di programmazione più lunghi, difficoltà nella movimentazione dei campioni, ecc.
La genetica è l’unica strada per trovare rimedio al problema e gli agricoltori si aspettano da noi, azienda leader, delle valide soluzioni. Molti di loro, infatti, si tengono costantemente informazioni sullo stato della ricerca e chiedono di testare nuove varietà tolleranti o resistenti, qualora già presenti in fase di sviluppo.
Come abbiamo già detto, quello di “Testing” è un ruolo molto importante, ma nato di recente: quali sono le caratteristiche principali che secondo te deve possedere chi svolge questo lavoro?
Essere un Testing Research Associate richiede sicuramente conoscenza del territorio e del mercato di riferimento.
La pianificazione e l’esecuzione delle prove, nonché la raccolta dati, richiedono inoltre buone capacità organizzative, precisione, pazienza e capacità critica. Spesso, infatti, ci ritroviamo a lavorare in condizioni difficili, caldo eccessivo, freddo, terreni bagnati, fango, per cui sapersi adattare è di fondamentale importanza.
In determinati periodi dell’anno dobbiamo gestire picchi di lavoro che ci portano a lavorare per molte ore al giorno e in orari diversi dal comune. Talvolta rimaniamo lontani da casa per diversi giorni a settimana, al fine di poter eseguire tutte le operazioni richieste dai trial nei giusti tempi (semina, trapianto, valutazione). Siamo noi che ci dobbiamo adattare alla fenologia delle piante e ai tempi degli agricoltori e non viceversa.
Infine, ultimo ma non ultimo, anche le capacità relazionali sono molto importanti nel nostro lavoro: saper creare e mantenere dei buoni rapporti con le varie funzioni aziendali e con gli agricoltori ci aiuta molto e costituisce la base del successo aziendale.